Se l’acquisizione passasse il vaglio dell’Antitrust, Google avrà accesso ai dati personali, alcuni dei quali molto intimi, degli utilizzatori dei dispositivi indossabili per il tracciamento di attività FitBitche raccolgono tra i vari dati il numero di passi fatti al giorno, il ciclo di respirazione, la qualità e quantità del sonno, i cicli mestruali. Nei comunicati stampa successivi all’annuncio dell’acquisizione sia Google che FitBithanno dichiarato che i dati degli utenti non saranno venduti da Google per attività pubblicitarie. Google già controlla una massa significativa di dati personali dalla localizzazione, sesso, età, interessi, carriera, rapporti interpersonali, reddito, attività di ricerca on-line (parole e video tramite la controllata YouTube), ed altri. Anche se dessimo credito alle promesse di tutela oggi, come assicurarci che in futuro Google non cambi idea ed utilizzi i dati raccolti? Il Garante della Privacy Antonello Soro ha giustamente commentato “L’acquisizione di una società leader nel campo delle tecnologie indossabili da parte di Google va nella direzione della sempre più spinta concentrazione nell’economia digitale …. un così grande patrimonio informativo produce un potere abnorme nella disponibilità di pochi soggetti privati”. La preoccupazione resta anche perché in passato proprio Google, come altri giganti della rete, ha violato le norme sulla privacy affrontando sanzioni ammnistrative molto significative ma in termini assoluti economicamente poco rilevanti per l’azienda. Guardando al futuro abbiamo bisogno di legislazione Antitrust non solo basata sulla concentrazione economico-finanziaria  ma anche sulla concentrazione del controllo dei dati disponibili. 

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