Molti proprietari di animali domestici, soprattutto gli anziani, spesso si pongono la preoccupazione della sorte dell’animale cui sono tanto legati, nel momento in cui non ci saranno più. Al punto che alcuni si chiedono se per tutelare l’animale domestico sia o meno possibile nominarlo come erede nel proprio testamento. La risposta è negativa; ogni disposizione in tal senso sarebbe, infatti, invalida. La soluzione al problema, però esiste ed è anche abbastanza semplice: è necessario redigere un testamento in cui nominare un erede o istituire un legato a favore di una persona fisica o di un ente che si occupi della cura e protezione degli animali e disporre che i propri beni vengano utilizzati per prestare cura e assistenza affettiva all’animale che si desidera beneficiare con il lascito. Sono lecite anche disposizioni testamentarie che indichino come destinatari enti, in particolare fondazioni, ancora non esistenti di fatto e da istituire secondo le prescrizioni del testatore. Al fine di assicurarsi che i beni di cui si è disposto siano effettivamente impiegati per gli scopi definiti dal testatore, ovvero a favore dell’animale domestico, è opportuno nominare un esecutore testamentario, il quale si occuperà di controllare e vigilare sulla corretta attuazione delle disposizioni testamentarie. La procedura può sembrare parzialmente complessa ma può essere facilmente gestita con il supporto di un legale, cosa opportuna anche per evitare l’impugnabilità del lascito. 

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