Sono 5 milioni le fotografie scattate e condivise giornalmente sui social networks: uno spunto per riflettere sulla privacy online e i genitori che postano dei figli. Concettualmente, anche se non legalmente, i genitori sono tra chi maggiormente viola la privacy dei loro figli, lasciando impronte digitali potenzialmente dannose per questi ultimi ben prima dell’età del consenso. L’impronta digitale di un bambino inizia oggi prima della nascita. Dalle foto a ultrasuoni sui social, ai post sulla data di scadenza, i genitori rivelano molte più informazioni sui figli di quanto si rendano conto. Uno studio del UK Children’sCommissionerstima che entro i suoi 13 anni i genitori di un bambino/a avranno postato 1.300 foto e video che lo riguardano. Barclays stima che entro il 2030 questo fenomeno (Sharenting: da “Share” e “Parenting”) sarà alla base di oltre 7 milioni di tentativi di frode d’identità on-line per un valore di circa €700 milioni Aimalintenzionati basta una foto di compleanno geotaggataper reperire dati  informazioni poi rinvenibili come nome e data di nascita,.

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