In tema di affidamento condiviso e di “shared custody” risulta particolarmente attuale ed interessante la sentenza n. 443 del 28.02.2019 emessa dalla I sezione Civile del Tribunale di Catanzaro che, attraverso una panoramica della giurisprudenza della Suprema Corte, della legislazione nazionale e sovranazionale, passando per il recentissimo #DDLPillon, ribadisce l’importanza di lasciare al Giudice la valutazione del caso concreto, precisando che la soluzione della suddivisione paritetica dei tempi di permanenza del minore presso la residenza di entrambi i genitori sia sempre da preferire, ma soltanto laddove il Giudice del caso concreto ne ravvisi le condizioni di fattibilità.

Ritiene, infatti, il Tribunale che bisogna innanzitutto considerare l’età del minore di cui si sta decidendo e ritenere la necessità di considerare l’età dei figli minori e di escludere l’attuazione della misura della “shared custody” nei casi in cui i minori siano molto piccoli magari ancora in età da allattamento. 

Il Giudice del caso concreto, dovrà in ogni caso, tener conto del concreto assetto della coppia genitoriale che si sta separando, valutando alcuni elementi quali gli impegni lavorativi di ciascuno e la disponibilità da parte di entrambi di un’abitazione dignitosa per la crescita dei figli. D’altra parte, precisa, il Tribunale, bisogna necessariamente prendere atto che in Italia, soprattutto in alcune aree sussistono ancora oggi molti ostacoli economici e sociali alla realizzazione di una parità di ruoli all’interno della coppia genitoriale, parità invece, raggiunta in altri contesti territoriali, specie nordeuropei, dove la #sharedcustody è più in uso ed anche già da diversi anni.

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